L’Istituto per lo studio della Musica Latinoamericana IMLA
Dall'inizio dei loro primi contatti il Vecchio e Nuovo Mondo hanno intessuto una storia di relazioni, migrazioni e scambi culturali, in entrambe le direzioni, che hanno contribuito a determinarne le rispettive identità. L’IILA nell’anno 1980 dedicò al Barocco Latinoamericano un importante convegno, accompagnato da una mostra. I musicologi presenti all’evento compresero il bisogno di trovare uno spazio in ambito accademico, pari a quello già da tempo conquistato nel campo delle letterature iberoamericane presso le università europee. Consapevoli delle lacune su questo terreno, diversi studiosi riuniti a Bruxelles presso la sede dell’Unione Europea si accordarono sulla necessità di fondare in Europa un istituto che potesse attivare una rete di ricerca sulla musicologia americanista. Si designò come presidente della nuova entità Francisco Curt Lange, pioniere delle ricerche musicologiche in America, mentre il ruolo di direttore fu affidato ad Annibale Cetrangolo. In Italia l’idea trovò la decisiva accoglienza di Giovanni Morelli, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. La costituzione formale dell'IMLA, nel 1984, fu accompagnata da un congresso, che si svolse appunto a Venezia.
Poiché il suo principale obiettivo è stato fin dall’inizio quello di favorire la costruzione di una rete di ricerca e di produzione musicale, negli anni l’Istituto ha siglato convenzioni con diversi atenei europei e latinoamericani: Università Ca' Foscari (Venezia), Universidad de Valladolid, Universidade de São Paulo, Universidad de San Martín (Buenos Aires), Universidad de la República (Uruguay), l’Ibero-Amerikanisches Institut (Berlin). Grazie ad una convenzione tra l'Istituto e l'Università Ca' Foscari è stata istituita per la prima volta in Italia la cattedra di Storia del Teatro Musicale nei paesi extraeuropei.
Per promuovere la divulgazione delle musiche scoperte e restaurate attraverso l'attività concertistica e discografica, l’Istituto si è dotato di un braccio musicale, l’Ensemble Albalonga, che ha inciso 15 cd su musicisti italiani del Settecento presenti in archivi latinoamericani, come i veneti Facco e Galuppi, oppure i pugliesi Jerusalem, Logroscino e Leo. Un’attività performativa che è continuata fino alla recente messinscena dell’opera di Facco, Amor es todo invención.
Júpiter y Anphitrión (
Video1 e
Video2).
Nei primi anni, le ricerche sono gravitate essenzialmente attorno alla produzione musicale del periodo barocco coloniale. Un primo importante risultato in questo campo è rappresentato dalla riscoperta della figura del musicista pratese Domenico Zipoli (1688-1726), e della sua fino ad allora quasi sconosciuta attività in terra argentina (congresso di Prato, 1988). Successivamente la ricerca si è focalizzata prevalentemente sul fenomeno delle migrazioni transatlantiche del teatro musicale, senza trascurare però anche altri temi, come la diffusione di musiche popolari latinoamericane nel contesto europeo durante il XX secolo. Nello specifico, l’attività sull’opera è realizzata dal gruppo di studio della International Musicological Society denominato RIIA – Relazioni Italo Iberoamericane. Il teatro musicale. Il gruppo, coordinato dell’IMLA, ha come obiettivo lo studio del ruolo del teatro musicale nelle grandi migrazioni degli europei verso l'America latina tra la fine del sec. XIX e l'inizio del XX. L'opera viene presa in considerazione come un oggetto complesso – generatore e ricettore di molteplici stimoli – e perciò il gruppo è costituito da docenti e studenti di università europee ed americane che affrontano il tema anche in aree come l'etnomusicologia, la storia dell'arte, la storia del cinema, la storia delle idee estetiche. Grazie anche ad un sempre più esteso impiego delle risorse informatiche, studenti di diversi paesi sono stati avviati alla ricerca, partecipando al recupero e al salvataggio di preziosi materiali documentali, come i periodici musicali d'epoca.
Tra le più recenti attività di ricerca coordinate dall’Istituto, le indagini sulla circolazione dell’opera attraverso i grandi fiumi latinoamericani sono state pubblicate in collaborazione col Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna nell’e-book I fiumi che cantano. L’opera italiana nel bacino del Rio de La Plata, curato da Annibale Cetrangolo e Matteo Paoletti (https://amsacta.unibo.it/id/eprint/6690/). La pubblicazione, di libero accesso, frutto del lavoro di ricerca di studiosi argentini, brasiliani, italiani e uruguaiani, riuniti dal RIIA, indaga la capacità di adattamento dell’opera lirica in un contesto altro: lontani dalla scintillante acclamazione delle nuove metropoli sudamericane e privi tanto di basi finanziarie solide quanto dei grandi nomi di cartello in arrivo dall’Europa, in un periodo di profondo mutamento del gusto e dei consumi culturali, alcuni piccoli impresari e capocomici rendono il teatro del vecchio continente cosa viva lungo le rotte dei grandi fiumi che attraversano il “Cono Sur”, realizzando con mezzi di fortuna un ponte tra le comunità di emigrati e la patria origine, ottenendo talvolta un riconoscimento di primazia culturale presso un notabilato locale in cerca di distinzione.
Il data base
Il gruppo di studio ha altresì alimentato un imponente data base liberamente consultabile on line (https://www.imla.it/database). Questo materiale, basato sullo spoglio di fondi documentali dei rispettivi paesi, consente di comprendere la reale portata delle migrazioni dei repertori e degli operatori musicali e teatrali, coinvolti nella circolazione e diffusione del teatro musicale e più in generale delle arti performative, lungo le rotte delle migrazioni transatlantiche. Il database – composto attualmente da circa 30.000 records, ma in continuo aggiornamento –, raccoglie per intero le cronologie dei maggiori teatri italiani, europei e latinoamericani, legati alla rotta atlantica, ossia quella via imprenditoriale che, partendo dal centro del Mediterraneo e passando per la Spagna e il Portogallo, si spingeva, dopo una sosta presso le isole Canarie, fino ai paesi del Centro e del Sudamerica. Il particolare valore del materiale raccolto consiste nella sua eterogeneità, essendo caratterizzato da un’attenzione specifica non solo ai repertori eseguiti, ma soprattutto alla circolazione delle maestranze: musicisti, cantanti, compositori, ma anche scenografi, ballerini, tecnici di teatro e impresari, il più delle volte di origine italiana, che nel periodo delle grandi migrazioni percorsero il suddetto tragitto, diffondendo il repertorio operistico europeo nel Nuovo Continente.
Per conoscere le pubblicazioni, i convegni e i materiali multimediali prodotti dall’IMLA, invitiamo a consultare i canali web dell’istituto:
• sito
www.imla.it
• Facebook
https://www.facebook.com/IMLAofficial
• Youtube
https://www.youtube.com/@seminarioimla6304